Descrizione
La storia di un paese, di una comunità, vista dall’angolo delle sue care, ed a volte pittoresche, osterie, non sempre è stata trattata nella sua completezza storica.
In genere i cultori di fatti locali rare volte si sono preoccupati di cogliere nel concreto della vita di paese i riflessi delle complesse vicende storiche. Eppure la vecchia osteria è stata per secoli il riflesso della società: ci ha dato l’immagine viva di un certo modo di vivere, di ribellarsi, di pensare di tutta la comunità.
Quando si parla di osteria nella Bassa bresciana, il ricordo ci riporta a quella della civiltà contadina, di grande attrazione popolare, nata nell’Ottocento e sviluppatasi poi nel secolo successivo. Si tratta di locali con insegne di ferro battuto, su cui spesso apparivano forme di poesia popolare, nei cui locali, fulcro di vita comunitaria, il buon vino, il gioco delle carte, dei dadi della morra, i cori degli ubriachi la facevano da protagonisti.
Sempre nelle osterie si poteva assistere anche a spettacoli popolari nella loro più genuina espressione, tra questi: il burattinaio ambulante, la buffonata, il cantastorie, gli stornelli, le favole e a volte le stregonerie.
“Gli Amici del Castello” di Padernello hanno recentemente completato le loro ricerche d’archivio sull’osteria “L’Aquila Rossa”, nota ai cultori della buona cucina tradizionale, trovando dicumenti che testimoniano le presenza di questo locale nel lontano XV secolo ed ora, attraverso una pubblicazione, invitano i lettori a soffermarsi sull’origine e sulla struttura di questo locale, sede della loro organizzazione, ove i segni del passato esistono ancora, ove si respira un’aria di altri tempi ove ogni cosa antica può riaccendere la memoria del tempo trascorso, ove l’immobilità degli oggetti e la maestà delle pareti proiettano quasi l’immagine di personaggi che da lì si sono avventurati nel corso dela loro esistenza.