Descrizione
Il ricordo degli anni trascorsi all’oratorio dal 1965 al 1975, ha spinto il concittadino Giampaolo Festa a far rivivere momenti laboriosi e stupendi di vita giovanile cui è legata la sua formazione umana e cristiana, sotto la guida spirituale del sacerdote don Vanni Ghezza.
L’Oratorio tradizionale era figlio di una cultura incentrata attorno ai valori, pratiche, tradizioni cristiane, e creava una cinghia di trasmissione in grado di unire le varie componenti della società cristiana: famiglia, scuola e istituzioni varie. Poi, quando cominciano a venire meno i presupposti di una società cristiana e il mondo contemporaneo si secolarizza sempre più, inizia a vacillare l’Oratorio tradizionale. Le istituzioni ecclesiali perdono il ruolo di perno attorno cui ruota la vita personale e sociale.
L’oratorio risente di queste trasformazioni e diventa, gradualmente, ambiente di secondaria importanza nel soddisfare i bisogni personali di incontro, di aggregazione, di gioco, di cultura. È sempre meno riconosciuto ed entra in difficoltà a competere con istituzioni sempre più specializzate del tempo libero. Cessa di essere il cuore del paese e corre il rischio di essere considerato un residuo storico.
Può avere ancora un futuro l’oratorio? Le pagine di questo libro ci dicono di “sì”. È vero che, oggi, l’Oratorio, non è tutta l’azione della Chiesa tra i giovani. Vi sono varie forme di pastorale giovanile attorno a movimenti, associazioni e aggregazioni, molto più che in passato.
È vero però, che in una società pluralista bisogna continuare a credere nell’oratorio così come abbiamo dimostrato noi ricostruendolo, e bisogna saper scegliere un modello capace più di altri a far fronte alle attese giovanili per offrire loro la ricchezza della fede cristiana.