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Giovanni Quaresmini - Maria Uboldi

GIOVANNI UBOLDI Medaglia d’Argento al Valor Militare

e

ALESSIO UBOLDI Nel centenario della nascita

Categorie: ,
Formato: 150x210x6mm - pp. 80 - illustrato - copertina su cartoncino con alette lunghe - plastificazione opaca
Edizione: 2024
ISBN: 978-88-8486-983-8
Product ID: 6148

Descrizione

La pubblicazione è confezionata “in modo bifronte”: una parte riguarda la biografia del fratello Giovanni (1917-1944), decorato con Medaglia d’argento al V. M., Caduto a Monterenzio sul monte Calderaro dell’appennino tosco-emiliano, colpito da una scheggia di una granata tedesca.
Il soldato Giovanni Uboldi di Travagliato aveva 27 anni quando, il 17 ottobre 1944, in una notte senza luna, trovò la morte sul Monte Calderaro, che faceva parte della Linea Gotica, approntata sull’ Appennino Tosco-Emiliano, dalla Wehrmacht per fermare l’avanzata anglo-americana. Fu colpito da una scheggia di una granata tedesca. In quella zona, tra il 3 e il 24 ottobre di quell’anno, si svolsero furiosi combattimenti, tra i più cruenti dell’ultima parte del conflitto. Infatti, la posizione del Monte Calderaro, dominante le vallate dei torrenti Sillaro
e Idice, era giudicata strategica perché conquistarla significava avere accesso sulla via Emilia e alla valle del Po. A causa delle piogge, i trasporti non potevano essere effettuati con gli automezzi, ma venivano utilizzati i muli. In quel contesto, i soldati dei reparti salmerie si muovevano con estrema difficoltà, spesso, sprofondando nel fango coi loro muli, a volte, fin quasi alla vita.
Giovanni Uboldi era uno di questi. Apparteneva alla 210a Divisione, 5° Salmerie da combattimento “Monte Cassino”, contingente delle “truppe ausiliarie” del ricostituito esercito italiano, definito “cobelligerante”. Fu decorato con Medaglia d’Argento al V. M. e con la Croce al Merito di Guerra. Inoltre, gli furono conferiti, alla memoria, il diploma d’onore sia dal generale americano L. K. Kruscott che dal comandante della 210.a Divisione, generale Giuseppe Cortese.

***

L’altra parte del volume nasce dalla volontà di Maria Uboldi di raccogliere gli episodi salienti della vita del padre Alessio perché non scompaiano nell’oblio.
I suoi ricordi se, da una parte, rappresentano un fatto intimo e famigliare, dall’altra, costituiscono una preziosa testimonianza perché tratteggiano alcuni aspetti relativi alla trasformazione della società del secolo scorso sin quasi a ridosso dei giorni nostri.
All’inizio, erano giorni fatti di fame e di privazioni, di duro lavoro, di impazienza giovanile e, poi, densi di iniziative intraprendenti al passo con la trasformazione socio-economica che ha investito anche Travagliato.
Sullo sfondo, l’amore della figlia Maria che vuol fare memoria e valorizzare i ricordi più belli del padre con il fratello Franco per trasmetterli in eredità d’affetti alla figlia Renata, ai nipoti Alessia e Alessio e al pronipote Francesco.