Descrizione
Fra le personalità notabili bresciane la figura di Egidio Dabbeni spicca per l’alta qualità del suo amore per il fare, tipicamente lombardo, per l’austerità di una puntigliosa professionalità, intesa come dovere morale, per l’intelligenza creativa, nutrita di interessi culturali, e per la riservatezza, sdegnosa di facili applausi, di retorici e convenienti onori, di compromissioni carrieristiche.
Ingegnere e architetto, Egidio Dabbeni operò ai massimi livelli della libera professione, nel campo della progettazione di costruzioni civili: dall’edilizia all’architettura, dal settore residenziale alla tipologia industriale, dalle infrastrutture stradali a quelle idrauliche. La sua attività, grazie alla longevità e all’energia della persona, si svolse lungo sette intensi decenni, che corsero dall’Italia umbertina, attraverso la Belle Epoque e il Fascismo, sino al fermento del secondo dopoguerra.
Raffinato inventore di architetture, che gli furono commissionate da generazioni della migliore borghesia bresciana, fu stimato e rispettato professionista, al quale ricorsero, per incarichi progettuali, imprenditori, privati cittadini e anche amministratori pubblici, sempre però in una logica di scelte basate sull’esclusivo apprezzamento del merito, affermato sino dalle prime opere e dalla più giovane età. Di gran lunga prevalente, per il Dabbeni, fu la committenza privata, per la quale, appunto, la qualità e la serietà erano l’unica credenziale accettata, sino a divenire moda e modello. Non casualmente al Dabbeni ci si rivolse soprattutto nel campo della residenza altoborghese.
Ritenuto un maestro, al Dabbeni guardarono i giovani tecnici, che nel suo studio poterono educarsi a percorrere, su un piano di eccellenza, le vie dell’ingegneria e dell’architettura, ma anche i sentieri più informali delle attività artistiche, nei campi della decorazione e dell’arredo. Dopo avere primeggiato come pioniere nelle tecniche strutturali e nelle scelte stilistiche d’avanguardia, il Dabbeni, anche per l’espressione di una saggezza affidabile, in età matura, fu il depositario di un equilibrio progettuale di stampo elegantemente tradizionale, che giunse a divenire, nella fase della sua veneranda vecchiaia, simbolo di un modo di vivere solido e autorevole, anche sotto il profilo umano e civile. Ercoliano Bazoli, presidente dell’Amministrazione provinciale di Brescia, commemorandone la morte, di Egidio Dabbeni disse:
“Veramente insigne per ingegno, per arte, per cultura, si impose all’incondizionato apprezzamento di tutti i suoi concittadini anche per la signorile dignità e la nobiltà dei sentimenti. Lavoratore geniale ed instancabile, improntò sempre ad un attaccamento sincero alle più belle tradizioni bresciane la sua arte così difficile”.