Descrizione
Con questa prima mostra nella cornice di Villa Mazzotti, opportunamente attrezzata secondo criteri espositivi museali, il curatore Mauro Corradini presenta, sotto il titolo “Dall’Art Nouveau alla misura novecentista.
Viaggio nella scultura bresciana della prima metà del ‘900”, il lavoro di scultori che in ambito locale diffondono le novità del clima milanese scapigliato, della temperie simbolista sensibile a suggestioni d’oltralpe, fino agli esiti fin du siècle di gusto Liberty che aprono il via al modernismo con il linearismo vitalistico dell’Art Nouveau.
Domenico Guidoni, Angelo Zanelli, Achille Regosa, Giovanni Asti interpretano, tra richiami alla denuncia del bisogno del vero in arte e scarti espressivi in direzione simbolista e di ornato plastico, la scultura del primo ventennio del Novecento, ratificando l’interesse per questa forma espressiva che nel clima del ritorno all’ordine invocato da Margherita Sarfatti e sostenuto dalla funzione rappresentativa dell’arte ufficiale, conosce dal 1920 circa in avanti un enorme sviluppo in termini di risultati e di committenza.
Il percorso analitico di ricognizione dei modi e dei sensi della scultura bresciana può così proseguire con le figure di Pietro Repossi, di Timo Bortolotti, di Claudio Botta, di Angelo Righetti.
Fra tangenze classiche, misura e peso plastico si confrontano in linguaggi ricchi di contaminazioni espressive gli artefici impegnati nella edificazione della città futura, mentre da Arturo Martini, a Lucio Fontana, a Marino Marini vengono alla luce altre necessità, che dall’arte monumentale flettono nella direzione di ristabilire l’identità della scultura.